sabato 18 aprile 2020

undici

11.
Il mondo non mi merita. Sono sempre più profondamente coinvolta in situazioni che non meritano la mia capacità di giudizio. È troppo. E voi siete troppo poco. Perdete tempo a rincorrere persone che non vi danno niente. Sempre più convinti che siano loro a meritare le vostre attenzioni. Sadici. Rincorrere chi non vi ha dato niente per sentire del male, per sentire qualcosa. Non sapete amarvi. Non sapete volervi bene. E riconsegnare bene a chi ve ne dà. Come se il bene fosse tutto dovuto. E poi a idolatrare il bene a parole, quando a gesti vi compiacete di seguire miraggi. La verità è che non vi stimate. La mancanza di autostima vi porta a cercare chi pensate di meritare e pensando di valere zero cercate zero. E vi stupite di trovare zero. Oppure cercate meno uno perché solo meno uno può ammirare uno zero come voi. E lasciate gli altri, quelli che vi curano, a fare e basta. A fare e basta. Ingrati falsi e bugiardi. Mi fate schifo e mi schifa il vostro modo di cullarvi nelle idee di bellezza e bene, mentre nei fatti fate schifo. E piangete per le mancate attenzioni di chi non se lo merita perché godete nello star male. E ignorate chi vi ha curato le ferite mettendo da parte la propria vita per voi. E pretendete e basta. Invece di pensare a ripagare quel bene. E quindi produrne altro e cercare uno spiraglio di positività e luce. Almeno una scia in mezzo a questa merda fetida e madida che si spalma su ogni giornata anche senza le vostre sovrastrutture del cazzo. Almeno una ferita di luce in questa stanza buia. Ma è più facile stare male come voi. È più facile creasi dei piccoli dolori del cazzo. Fa male invece sapere che c'è un male che non andrà mai via perché è l’umanità, è la vita. La vita è ignoranza pura. Non sai neanche perché sei vivo. E questo fa male. Non fa male non essere cagati da una persona che pensavi ti potesse piacere. Quelle sono solo circostanze o gusti. Quindi sì. Voi siete deboli e decidete di stare male per questo. E io vi schifo e vi invidio perché vorrei fare altrettanto e invece le mie radici prendono nutrimento da mali perenni senza risoluzione. Tutti i giorni. Senza fine.

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