sabato 18 aprile 2020

quattordici

14.
Ti piacerebbe che io fossi io e che tu fossi tu. Il tavolo sta fermo come un tavolo che sta fermo, c’è un tavolo e c’è che sta fermo e basta. E l’anima palpita in gola perché sta li e incombe come una tremenda pietra di paragone, sanguinante strumento di una rinnovata comunione. E precipiti in piena sindrome di afasia. Forse sono solo un eroe sadico che gode molto di più nelle parole che nell’azione. Siamo mai stati utili davvero? A chi è mai stata veramente utile la letteratura e ora come possiamo esserlo. A chi. Non fai niente, ma mi travolgi, mi guardi e mi investi, di tensione. C’è qualcosa di strano e di confuso che forse è meglio non disvelare a questo mondo, non risvegliare, teniamolo nel nostro. Teniamolo nel nostro. Questo mostro.

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