sabato 4 aprile 2020

sette

7.
Poi ci sono quelle giornate che sanno di niente, di questo niente tutto salato che ti prosciuga la lingua e hai solo voglia di dissetarti e ti lasciano solo quella voglia di sete. Non so se hai presente quella cosa che ti arriva sulle costole prima da destra poi da sinistra poi lo senti fortissimo in pancia ed è un amaro, un disgusto, di aria vuota. Come respirare fortissimo e in realtà non respirare niente e nella sete sentire quest’asmatica voglia di qualcosa. Raccogliere da terra briciole di ossigeno, guardare in alto, vedere l’aria e mangiare briciole di ossigeno sempre con queste spinte, queste raffiche da destra e poi da sinistra, sulle costole e poi fortissimo in mezzo allo stomaco, un’insoddisfazione. Tipo che tu la vedi l’aria, la percepisci, ti sta attorno, fa una danza ma non riesci a far altro che guardarla perché gli altri sensi sono assopiti e tu ti lamenti perché l’altro giorno sentivi benissimo, toccavi benissimo, annusavi benissimo ma oggi proprio non annusi niente. Vedi l’aria, la percepisci, perché ti ricordi com’era, percepirla e un po’ la percepisci e la sfiori nel pensiero ma non riesci a riempirtene e per sopravvivere puoi solo inghiottire briciole. Sai quando mangi e senza volere inghiottisci le briciole e un po’ soffochi e un po’ hai paura perché non pensavi di poter morire lì mentre per sbaglio inghiottisci una briciola, perché non l’avevi calcolato e poi niente tossisci e ti senti un po’ stupido per aver pensato di poter morire e non lo confessi perché ti senti un po’ bambino ad aver avuto paura perché solo ai bambini purtroppo è concesso aver paura. E sorridi “No va beh ragazzi scusate mi è andato di traverso la saliva” Scusate. la saliva. Scusate ho avuto paura di morire e non l’avevo mai pensato di poter morire così, senza neanche un gesto eroico. Ci sono persone che mi immagino sorridenti, quiete a camminare su un prato di cuori ancora pulsanti, a camminare nude e quiete coi piedi sui cuori e questo prato rosso, immenso con un orizzonte tutto quieto e questi cuori. Ci sono persone che mi immagino così.
Poi ci sono persone che ti stupiscono ed è molto bello. Oggi per esempio sul regionale Reggio Emilia-Bologna Centrale ero seduta di fronte a un barbone. Aveva la pelle color terra, calvo e vestito come si vestirebbe un barbone, con una busta di plastica bianca tra i piedi, dalla busta prendeva i biscotti, poi l’acqua poi la custodia degli occhiali da vista, riponeva gli occhiali dentro, poi sempre dalla busta prendeva il telefono e faceva una telefonata e poi ha cominciato a parlare in inglese, un inglese perfetto e mi sono sentita un po’ stupida ad aver pensato che fosse solo un barbone e poi mette giù la telefonata e compone un altro numero e attacca a parlare in giapponese e io che leggevo L’ombrello di San Pietro e non riuscivo più a leggere perché mi sembrava uno scherzo. Niente, poi lo sbircio un po’ ma lui non mi caga perché traffica col telefono. Poi eravamo a Bologna e mi dice “Mi scusi non vorrei disturbarla devo solo prendere un attimo la borsa su” poi prende la borsa, questo zaino tecnico nero lucido pulito, lo scuote un po’ vedo che ci spuntano dei fogli con le scritte in giapponese. E dire che a me sembrava un arabo.

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